Il convegno annuale delle Caritas diocesane è sempre una rinnovata occasione per l'incontro e la condivisione. Per fare il punto della situazione, per comprendere come essere profetici in questo tempo che assume, verso le persone fragili, un aspetto ostile e disumano.
Sono stati giorni intensi durante i quali abbiamo misurato la temperatura delle nostre Caritas, del nostro metterci in gioco, nonostante noi e il nostro spesso “fallire”. La delegazione Campana ha predisposto tutto, perché tutti potessimo sentirci accolti. Tanta “voce” è stata data alle ferite che nel nostro sud non fanno altro che accrescere i divari.
Essere “profetici”, è oggi leggere la realtà. Aiutare a educare gli sguardi, a cambiare il lessico, ad abitare i luoghi, creando dei “significati” insieme agli altri.
Il tempo sinodale ci chiede di “camminare insieme”, ed interpella le Caritas - prima di fare o dare qualcosa - ad essere lievito, sale, luce. A ridisegnare la funzione pedagogica, attraverso un metodo che non va mai in scadenza: ascoltare, accogliere, accompagnare... Siamo chiamati a curare le relazioni, riscoprendo l’umanità dell’altro e condividendo la nostra.
Ogni giorno la Parola e le testimonianze si sono fuse e ci hanno fatto dono del Vangelo fatto carne. Ed ancora i giovani, hanno richiesto il loro spazio e li abbiamo ascoltati, perché loro più di tutti hanno ancora bisogno di sentire parole di pace, di giustizia e verità: di avere testimonianza di persone innamorate di Gesù.
Quattro giorni colmi di gioia e di spunti di riflessione, conclusi con l'impegno di «ricomporre le fratture» nei nostri gruppi, con le istituzioni, provando a fare sistema dentro azioni che siano sempre più comunitarie, dove siamo chiamati a fare la nostra parte nell’ottica della corresponsabilità, sottolineando che la Caritas è Chiesa, e la Chiesa ha il compito di appassionare all'amore gratuito di Dio.
Mariangela Ambrogio
direttrice Caritas diocesana Reggio Calabria - Bova