26/03/2023
COMUNICATO STAMPA
(Ufficio per l'Ecumenismo dell'Eparchia di Lungro)
Il 2025 sarà il 1700° anniversario dalla
celebrazione del Concilio di Nicea. Proprio in vista di questo anniversario da
più parti, all'interno delle Chiese, è giunto l'auspicio che i cristiani
possano giungere a celebrare la Pasqua in una stessa data, dal momento che le
date diverse della Pasqua costituiscono una contro testimonianza al Vangelo di
Cristo.
L'Eparchia di Lungro, in
collaborazione con il Centro Studi per l'Ecumenismo in Italia, ha organizzato
per giovedì 20 aprile 2023, alle ore 17, un incontro su piattaforma Zoom, dal
titolo "Venite prendete la luce. Per una data comune della celebrazione
della Pasqua".
All'incontro, introdotto da S.E. Mons. Donato
Oliverio, Vescovo di Lungro, saranno presenti S.E. il Cardinale Kurt Koch,
Prefetto del Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e S.E. il
Metropolita Job di Pisidia, Copresidente della Commissione mista internazionale
del dialogo teologico ufficiale cattolico-ortodosso. Concluderà l'incontro,
moderato dal dott. Nikos Tzoitis, Analista per conto del Patriarcato Ecumenico
di Costantinopoli, il prof. Riccardo Burigana, Direttore del Centro Studi per
l'Ecumenismo in Italia.
La differenza di date tra la Pasqua per i
cattolici e la Pasqua per gli ortodossi, oltre a dipendere dai calendari
giuliano e gregoriano, è frutto anche della prassi della Chiesa Ortodossa,
conformemente alle decisioni del primo Concilio di Nicea, di rinviare la Pasqua
quando questa capita in concomitanza con quella ebraica.
Questa norma di Nicea venne
rispettata per più di un millennio, fino all’introduzione del calendario voluto
da Papa Gregorio XIII, nell’ottobre del 1582, quando, proprio per riportare il
calendario civile in armonia con il calendario solare, si passò dal 4 ottobre
1582 al 15 ottobre 1582 in un sol giorno, proprio per eliminare lo scarto
accumulatosi dalla differenza dell’anno astronomico sull’anno civile. Il
calendario Gregoriano, infatti, andava a sostituire il calendario Giuliano,
voluto dall’Imperatore Giulio Cesare nel 46 a.C., che aveva come limite quello
di essere più breve del calendario solare.
In campo ortodosso fu la
prima Conferenza panortodossa di Rodi, nel 1961, ad inserire nel programma
della preparazione del futuro Concilio panortodosso il tema del calendario e
della Pasqua.
Anche il Consiglio Ecumenico
delle Chiese si impegnò per trovare una soluzione alla controversia sulla data
della Pasqua. Già nel 1970 il Consiglio Ecumenico delle Chiese, nato nel 1948 a
Ginevra, organizzò una consultazione fra le Chiese che sedevano in Consiglio,
con specialisti ortodossi, anglicani, protestanti e cattolici che arrivarono a
queste conclusioni: era necessario mantenere il principio di Nicea — “usando
astronomicamente dati precisi” e “accordandosi su un luogo fisso per il calcolo
di questa data» (si suggerì Gerusalemme) — o celebrare la Pasqua in una
domenica di aprile (si indicò la domenica successiva al secondo sabato di
aprile, cioè tra il 9 e il 15 aprile).
Un anno dopo, nel 1971, il
Comitato centrale del Consiglio Ecumenico delle Chiese incaricò la Commissione
Fede e Costituzione di affrontare la questione. Sarà così che dal 5 al 10 marzo
del 1997 assieme alle Chiese del Medio Oriente ad Aleppo si avvia una
consultazione che avanzò alcune proposte: mantenere il principio di Nicea;
calcolare scientificamente i dati astronomici; usare come punto di riferimento
per il calcolo il meridiano di Gerusalemme. Questo orientamento tradizionale
contiene l’esigenza nuova di un calcolo astronomico scientificamente
aggiornato. Così le raccomandazioni di Aleppo, ancora oggi, sembrano essere
l’unica strada da intraprendere per arrivare a una celebrazione comune della
Pasqua.
Nel 2014 Papa Tawadros II,
patriarca dei copti ortodossi d’Egitto, suggerì un’unica data per la Pasqua. La
proposta era stata rilanciata da Papa Francesco, nel 2014, durante il
pellegrinaggio in Terra Santa (24-26 maggio 2014), in cui il papa, anch’egli in
continuità con quanto era emerso dal Concilio Vaticano II, aveva proposto di
celebrare la Pasqua per tutti i cristiani nella seconda domenica di aprile. In
quella occasione il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del
Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, aveva risposto
che una unificazione della data di Pasqua non era all’ordine del giorno della
Chiesa ortodossa russa, soprattutto dal momento che una tale scelta avrebbe
interrotto il tradizionale computo che vedeva le sue origini proprio nel
Concilio di Nicea. Nel 2021 l’arcivescovo Job di Telmessos, rappresentante del
Patriarcato ecumenico di Costantinopoli al Consiglio Ecumenico delle Chiese,
avanzava come proposta quella di celebrare la Pasqua in una stessa data a
partire dal 2025, a 1700 anni dal Concilio di Nicea. La proposta venne recepita
e rilanciata da parte cattolica dal Cardinale Kurt Koch, Prefetto del Dicastero
per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Allo stato attuale si attendono i
frutti della proposta, nuovamente avanzata da Papa Francesco nel 2022, questa
volta con il sostegno del Patriarca Bartolomeo, di celebrare in una stessa data
la resurrezione del Signore Gesù Cristo. Questo desiderio troverà adempimento
nel 2025, anniversario del Concilio di Nicea, quando cattolici e ortodossi
celebreranno la Pasqua nello stesso giorno.