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XXVIII “Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”

22/03/2023

Piazza Fortugno si riempie pian piano di giovani che provengono dagli istituti scolastici di Locri per rendere testimonianza, con la loro presenza, della volontà delle nuove generazioni a dare un contributo fattivo alla lotta contro le mafie. Fervono dal primo mattino i preparativi per organizzare l’evento della manifestazione locrese nel piazzale antistante del Palazzo di Giustizia di Locri in occasione della XXVIII “Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”. Sei anni fa nella città di Zaleuco è sceso anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a spronare le comunità della Locride e della Calabria a ricordare che la lotta alle mafie riguarda tutti. dal palco don Luigi Ciotti aveva ribadito l’importanza di «procedere uniti verso lo stesso obiettivo». Quelle parole sono state riprese da Mons. Francesco Oliva nel corso della manifestazione del 21 marzo scorso: «Tutti noi siamo chiamati a fare memoria e impegnarci costantemente per affermare la legalità contro le mafie», ha sottolineato il vescovo della Diocesi di Locri-Gerace ai numerosi presenti nella piazza intitolata al vice presidente del Consiglio Regionale della Calabria Francesco Fortugno ucciso nell’ottobre del 2005. 

Mons. Oliva ha indicato nelle parole “memoria e impegno” le parole chiavi per poter per rendere davvero possibile una società migliore non solo nella Locride ma in tutti i territori dove le mafie imperversano e circondano la società civile e tentano di imporre le logge leggi fondate sulla violenza e sulla paura. «Dobbiamo essere consapevoli di quello che è successo in passato – ha detto il vescovo – per non dimenticare e per poter guardare avanti con un maggiore impegno da parte di tutti per una società nuova, una comunità consapevole, solidale e libera dalle mafie». 

La giornata organizzata a livello nazionale dall’associazione Libera è divenuta un appuntamento stabile per la città di Locri che nel 2017 ha ospitato la XXII manifestazione con la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del presidente di Libera don Luigi Ciotti. Partendo da quell’incontro di sei anni fa il vescovo Oliva ha ricordato che: «Le mafie si possono sconfiggere con l’impegno di tutti noi che siamo coinvolti per affermare la legalità. Tutta la società civile deve sentirsi coinvolta in questa azione contro ogni sistema di criminalità organizzata. È possibile un mondo diverso, in cui saremo comunità che accoglie, comunità solidale». 

La lettura dei nomi delle vittime delle mafie ha visto protagonisti anche alcuni ex detenuti della Casa Circondariale di Locri, per essere “Opera Segno” ed in continuità con i percorsi di collaborazione attivati tra la Diocesi di Locri-Gerace, il Tribunale di Locri e Libera Locride, sui processi di cambiamento, di giustizia e memoria. 

Il 21 marzo è un momento di impegno e di ricordo delle vittime di tutte le mafie ma è anche una giornata che rappresenta la volontà di cambiamento sociale e solidale contro ogni forma di illegalità. 

Nelle povertà le mafie trovano facili prede ed ecco perché è necessario proseguire sulla via della solidarietà e della vicinanza alle persone più deboli che non possono e non devono rimanere indietro. La lotta alle mafie si vince con saper aprire all’accoglienza perché anche gli immigrati, nelle loro fragilità, sono bersagli facili della criminalità organizzata che approfitta per renderli schiavi. 

«Locri deve essere la capitale della legalità» ha detto il presidente del tribunale Fulvio Accurso che ha detto ai giovani presenti di essere protagonisti attivi del cambiamento. 

Francesco Rigitano e Carmen Bagalà hanno evidenziato il continuo lavoro di coordinamento nella rete territoriale di Libera Locride, con un impegno costante nel corso di tutto l’anno. «Ognuno di noi ha l’impegno di fare la propria parte» ha detto Rigitano che ha ricordato che nella lotta contro le mafie sono impegnate le istituzioni, le forze dell’ordine, la chiesa e il terzo settore, ma che è fondamentale che i giovani facciano tesoro della memoria. «Dobbiamo dare un segno concreto per liberare il territorio dalle povertà e combattere il crimine» ha aggiunto Bagalà, che è da presidente della Caritas Diocesana ha richiamato l’attenzione sull’importanza del volontariato solidale



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