24/01/2023
Presso la
Colonia San Benedetto di Cetraro, da lunedì 23 gennaio, l'Arcivescovo e un
nutrito gruppo di sacerdoti della Arcidiocesi di Rossano Cariati hanno iniziato
a vivere gli esercizi spirituali: "tempo di grazia", fatto
essenzialmente di silenzio, preghiera, meditazione, fraternità. Presente anche
Mons. Luigi Renzo. Il predicatore è Mons. Rocco Scaturchio, della Diocesi di
Mileto-Nicotera-Tropea, il quale, avendo come punto di riferimento la Lettera
agli Ebrei, sta sviluppando questo tema: "Un sacerdote misericordioso e
fedele in tempo di sinodalitá".
Nei primi
due giorni, Mons. Scaturchio ha invitato a volgere lo sguardo verso Gesù,
"autore e perfezionatore della fede". E cosa si vede guardando il
volto del Signore? Il capitolo 16 del Vangelo di Matteo riporta l'esperienza
degli apostoli che si sentono rivolgere da Gesù questa domanda: "Voi chi
dite che io sia?". Pietro risponde: "Tu sei il Cristo, il Figlio del
Dio vivente ". Una professione di fede molto importante, perché significa
aver compreso che in Gesù Dio in persona è venuto tra gli uomini, perciò l'umanità
può entrare nel circuito trinitario. E l'essenza della sinodalità consiste nel
desiderio della Chiesa di comunicare la comunione trinitaria. Continuando nella
comprensione del cap. 16 di Matteo, scopriamo che il Volto di Gesù è
"svuotato". Sì. La grandezza, l'onnipotenza di Dio si rivela nel suo
annientamento. E questo è difficile da accettare. Ecco perché Pietro, quando
Gesù rivela che deve essere arrestato e ucciso, lo rimprovera dicendo:
"Non avverrà mai!". E Gesù, che dopo la confessione di fede gli aveva
detto: "Beato te, Simone", ora gli dice: "Vai dietro a me,
Satana". E già. Accogliere un Dio che si svuota, che si dimostra più
debole dell'uomo, non è possibile! O meglio, si può fare ad alcune condizioni:
rinnegare se stessi, quindi senza nessuna autoaffermazione; prendere la croce,
cioè sceglierla portandola non come un peso, ma una grazia; seguire il Signore
perdendo la propria vita. Sì. Perché Dio non è venuto per dare, ma per donarsi
totalmente. Com'è possibile, quindi, vivere la sinodalitá all'interno del presbiterio?
Lasciandosi amare da Gesù con il suo modo di amare e viverlo nelle relazioni
personali.
Nella parte
iniziale della lettera agli Ebrei, che si può definire una grande omelia sul
sacerdozio, si trova il fondamento della sinodalitá: l'ascolto assiduo e
attento della Parola di Dio. Con tre termini, il testo definisce l'efficacia
dell'azione della Parola di Dio nella nostra vita: irradiazione; impronta;
potenza. Attraverso la Parola Dio parla in noi e ci dona la possibilità di
diventare noi stessi sua Parola. Questo fa entrare nella dinamica dell'amore di
Dio che è fonte di comunione e di gioia.